La bambina in fondo al mare

Morbido e profondo ☼☼☼☼


Silvana Gandolfi – Salani Gl’Istrici, 2009, ill. di Giulia D’Anna, (pp.196)

Gilda Solani ha otto anni, adora succhiarsi il dito prima di addormentarsi e divora ogni libro di avventure in cui può trovare rifugio.
Vive in una casa sul mare con il fratello maggiore, Il Padre, La Madre, e Antonia la governante.
Gilda è una bambina silenziosa, timida, un “piccolo topolino spaventato”, come direbbe affettuosamente lo zio Leo, lo zio vagabondo che ama tanto ma che non vede da troppo tempo.
Ma chi non lo sarebbe con una madre gelida e crudele che le sequestra i libri perché non fantastichi troppo, che le lega le mani prima di dormire per impedirle di consolarsi col pollice e che la punisce duramente al minimo fastidio?
Tra le angherie della Madre, la passività del Padre e la discontinua complicità del fratello, Gilda riceve calore solo da Antonia e dai suoi romanzi.
Quando una sera, all’ennesimo castigo, questi ultimi le vengono tolti, Gilda prende una grande decisione e il giorno seguente, dopo scuola, scappa di casa.
É una notte difficile ma importante, perché lì, vicino alla panchina sul mare, conosce Siri, una strana bambina che vive sul fondo del mare e odora di alghe e che cattura subito il suo affetto.
La fuga da casa è breve e il ritorno più duro del previsto.
Ma quell’incontro è la svolta decisiva nella vita di Gilda.
Da quel momento una serie di misteri si intrecciano fitti.
La curiosità di scoprire chi è Siri e chi è la gemella che da tempo sta cercando; il ritorno di zio Leo e la scoperta di un tragico incidente del passato; il ritrovamento di alcune vecchie fotografie nel cassetto della Madre, di una in particolare: quella di Siri.
Quale filo collega tutte queste cose?
Gilda, con l’aiuto dello Zio, tirerà fuori tutto il suo coraggio e, proprio come in un’avventura, affronterà La Madre e un naufragio, assaporerà la paura e l’euforia della libertà più selvaggia, scoprirà l’amicizia e farà luce su uno strano passato.
E, alla fine, tutti saranno più felici e buoni. O quasi.

La bambina in fondo al mare è un racconto delicato e onirico, divertente e profondo, lieve come un sospiro e toccante.
La vicenda si svolge in una anonima località, di cui si percepisce l’odore salmastro e l’avvolgente umidità, e in un tempo non precisato, che potrebbe essere identificato nei primi decenni del 1900.
Nonostante i contorni sfumati, l’ambientazione assume una potenza impressionante e una presenza decisiva, fondamentale nel creare l’atmosfera dai toni cinerini che permea tutto il libro.
I personaggi e i loro aspetti psicologici - emozionali sono protagonisti per eccellenza.
Le dinamiche relazionali, descritte talvolta con comicità, talvolta con schietta serietà, sono il fulcro della storia, abbracciano ogni elemento in un girotondo sempre più vorticoso e affascinante.
Quando ci sembra di aver capito quel che succederà, o quel che può essere successo, il racconto fa una giravolta e ci svela nuovi scorci imprevisti, costringendoci a mettere in discussione tutto.
Nulla è scontato e, allo stesso tempo, il desiderio di impressionare non è mai in prima linea.
La narrazione di Silvana Gandolfi è sempre scorrevole, si sposta da un punto d’equilibrio all’altro con facilità, in modo fluido, armonico. E’ come un’onda che cresce, si gonfia, travolge e poi torna piana silenziosamente, per poi ricominciare.
E’ uno scrivere morbido, consapevole e assai abile.
Silvana Gandolfi trova modi originali, diretti, semplici ma geniali per descrivere piccoli e grandi movimenti interiori, sfumature psichiche, poesie dell’inconscio.
Lo fa con mano leggera e, continuerò a ripeterlo, morbida.
Morbida, morbida, morbida.
Sono rimasta sinceramente e positivamente colpita dalla scrittura di quest’autrice, che conoscevo di nome, ma che non avevo ancora avuto il piacere di leggere. E il piacere è stato davvero grande, a tratti commovente, tanto che mi sono precipitata in libreria a comperare altri suoi romanzi di cui, tra non molto, troverete le recensioni.

Una nota a proposito delle illustrazioni che, salvo la copertina, sono purtroppo in bianco e nero.
L’illustratrice è Giulia D’Anna, di cui non conosco praticamente nulla e di cui poco ho trovato in rete.
Penso che la meravigliosa copertina, dai colori pieni e dai tratti sinuosi, ben si adatti a quella “morbidezza” percepita leggendo la storia di Gilda.
Osservando le immagini interne, mi sembra di scorgere qua e là riflessi di altre grandi illustratrici come Beatrice Alemagna, Chiara Carrer o Serena Riglietti.
Come già detto, poco conosco di Giulia D’Anna e della sua formazione, e può essere che queste influenze ci siano state oppure no.
Sarei curiosa di scoprirlo e di conoscere di più del suo lavoro, che trovo molto interessante.

Davvero consigliato!!

Target: + 9 anni.

Un assaggio: “[…] Rovesciare la parte esterna del mio corpo dentro la parte interna è la cosa più simile allo scomparire che io sappia fare. Non molti sono capaci di andarsene da un’altra parte restando fermi al proprio posto. […]” (p.11)
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Commenti

  1. Che bella recensione, mi hai incuriosita ^_^
    Se lo trovo (e avrò voglia di svagarmi con le pagine cartacee di una bella storia) lo prendo al volo.
    Intanto lo faccio girare un pò.
    Un bacio grande,
    selenia

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