Il Baule di Bliblila - I° puntata

Comincio oggi, la Vigilia del mio Compleanno, una Rubrica curiosa che avrà come protagonisti i Blibli della mia Infanzia.
 Rovistando in soffitta, dentro una vecchia cartella rossa, ho ritrovato vari libri.
Molti li ricordavo, altri li avevo completamente dimenticati e risfogliarli è stato un momento magico.
Numerosi ricordi sono emersi e, con essi, altrettante emozioni.
Sensazioni che provavo, quando ero piccola, nell’osservare e nell’ascoltare quelle belle storie illustrate.
Le immagini, in particolare, sono l’aspetto più carico di energie emozionali e veicolo di memorie sensoriali.
É bastato guardarle ed ecco risalire a fior di pelle lo stupore, la paura, l’entusiasmo, l’ansiosa curiosità, la dolcezza, l’inquietudine, l’incanto…
Emozioni fresche e spontanee, come allora.

Il Baule di Bliblila sarà un percorso e un'occasione in cui rispolverare i miei ricordi e le produzioni Editoriali e grafiche degli anni '80.

Siete pronti?


PUNTATA PRIMA

Ho scelto di iniziare questa rubrica con una raccolta di piccoli albi illustrati, di quelli che si compravano in edicola. A riguardo, purtroppo, ho trovato ben poche notizie.


Collana C'ERA UNA VOLTA, Editrice Cenisio, periodico semestrale, 1983

Titoli
N° 3 – La Lepre e la Tartaruga
N° 4 – Gulliver a Lilliput
N° 6 – Pollicino
N° 7 – Il Re Mida
N° 9 – Simbad il Marinaio
N° 11 – Il Principe Rana
N° 12 – Alì Babà e i Quaranta Ladroni
N° 14 – La Gatta Con i Campanelli
N° 15 – Ciabattino Medico
N° 16 – L’asino e il cavallo
N° 21 – Giovannino e i Fagioli Magici
N° 22 – La Signora della Neve
N° 23 – La Sirenetta di Copenhagen
N° 29 – La Farfallina

Sono librini di 8 pagine opache e leggere, inserite in una copertina di leggero cartone leggermente lucido e sagomato in base all’illustrazione, che viene riprodotta riflessa anche sulla quarta di copertina.

 

Sulla prima di copertina, oltre al titolo della storia, compare il numero di collana.

Gli interni in bianco e nero presentano simpatici disegni e l’elenco dei titoli della collana.

 

Talvolta viene regalato, al piccolo lettore, uno spazio per scrivere il proprio nome.

 


La maggior parte di questi libri sono illustrati dalla stessa mano, con eccezione dei numeri 14, 15 e 16.
Da brava illustratrice, la prima cosa che ho cercato sono stati i nomi degli autori.
E, con sommo stupore, ho scoperto che non vengono menzionati.
Solo all’ultimo mi sono accorta che su ogni copertina, in un angolo, è presente la “firma” degli autori, tali: Madda (o Magda, non è facile da decifrare) e I. Vernet.


Ho fatto ricerche su di loro ma, anche stavolta, non sono riuscita a trovare nessuna informazione.
Immagini a me così familiari resteranno prive di altra identità, se non quella creata anni fa dal mio personale universo emotivo.

Cosa mi colpiva tanto di questi disegni?

Mi piacevano le facce rotonde, quasi da bambolotto, dei personaggi, i tratti distintivi e riconoscibili in ognuno di loro: le loro manine paffute e squadrate, le lentiggini, i capelli sottili, le boccucce stupite a virgola, i vestiti colorati, la sostanza “pagnottosa” dei loro corpi.


Mi incantavano le belle bambine dai lunghi capelli biondi e dalle labbra a cuore.


Simbad, Gulliver, Re Mida, Alì Babà. Avrebbero potuto essere tutti parenti.
Questa familiarità coi personaggi era un filo conduttore che mi accompagnava in ogni numero.

Mi divertiva la presenza di animaletti e personaggi secondari che, pur non necessari alla storia, la arricchivano con la loro speciale empatia nei confronti di un Pollicino o di una Lepre.


Mi incuriosivano le lacrime corpose che ogni tanto qualcuno versava.

Mi facevano impazzire tutti quei misteriosi occhietti che spiavano, talvolta timorosi, talvolta minacciosi, dai numerosi buchi sparsi qua e là: negli alberi, nei castelli, nelle suole del gigante… perfino nei sassi in fondo al mare!


Chi e cosa erano? Cosa volevano?
Mi attiravano e mi davano quella sottile e piacevole sensazione di paura e mistero.
Mi tiravano dentro la storia.
Ero, forse, una di loro?

Tra le pagine preferite, quelle della Sirenetta.
Come non innamorarsi di una tale creatura? Come non sognare di essere come lei?


E come non inorridire vedendola su un vassoio, pronta per la cena!


Lo spettro del cannibalismo si insinuava…

E, al contrario, come non provare l’acquolina e la voglia di addentare tali panini…


Come non aver il desiderio di danzare sotto la neve…



Con occhio adulto e attento, ora ammiro anche la resa pittorica dei paesaggi di fondo.



Diverse le illustrazioni dei numeri 14, 15 e 16.
Sempre belle forme rotonde, tinte piatte, tratti marcati.


Ma, lo ricordo bene, meno passione per questi disegni che trovavo più freddi e distanti dei precedenti.
Nonostante questo, credo che la passione per i sonagli possa avere origine qui…


E di certo ricordo la sensazione di fatica del povero asinello.



Quanto è grande il potere di un libro?


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