L’anno in cui imparai a raccontare storie

Duro e compassionevole ☼☼☼☼



Lauren Wolk – Salani – 2018 – 275 pagg.

Annabelle vive in una bella fattoria nelle campagne di una piccola provincia americana, con la sua numerosa famiglia: i nonni, i genitori, i due fratelli più piccoli e la zia Lily.
Corre l’anno 1944 e la guerra si sta ancora scatenando nel resto del mondo, lontana, facendo sentire i suoi echi più profondi.
Le giornate della ragazzina si srotolano tranquille tra la scuola, le incombenze casalinghe e le passeggiate sulle colline e nei boschi; e si riempiono delle relazioni che la circondano, i famigliari, l’insegnante e i compagni, e Toby, un uomo solitario e silenzioso di cui nessuno conosce l’identità.
Ma la serenità di Annabelle viene presto turbata dall’arrivo in classe di Betty, una ragazzina più grande e “famosa” per la sua prepotenza.
La protagonista diventa subito il bersaglio dei dispetti della nuova compagna che, senza vergogna, mostra di volta in volta la cattiveria di cui è capace.
Una crudeltà pura, manifestata per il solo piacere di ferire, incomprensibile.

Sarà uno di questi brutti scherzi a cambiare, di punto in bianco, la vita quotidiana di Annabelle e dell’intera comunità, scatenando prima una serie di sospetti e poi una vera e propria caccia all’uomo.
Un anno che la ragazzina ricorderà a lungo come quello in cui imparerà a mentire per diventare grande.


L’anno in cui imparai a raccontare storie è un romanzo pieno di compassione e, allo stesso tempo, intriso d’inspiegabile odio.
La scrittura scorrevole e avvolgente ci mostra in modo vivido la storia di Annabelle e degli altri.
Ci ritroviamo, fin dalle prime pagine, a correre con lei lungo il sentiero che dalla fattoria la porta a scuola, sentiamo le grida gioiose dei suoi fratelli, sediamo con lei al banco e tremiamo (e fremiamo di rabbia) quando incontra la temibile Betty.
La vicenda parte con un ritmo pacato e con semplici battibecchi, per poi velocizzarsi gradualmente, trasformando quella che voleva essere una bravata in un dramma sempre più complesso.
Un dramma che coinvolge e travolge l’intera comunità.
Un dramma che lascerà segni indelebili.
I personaggi sono caratterizzati con precisione e pare di conoscerli da sempre, ognuno con la sua voce, i suoi pregi e difetti.
Annabelle è un’undicenne intelligente, curiosa e determinata a far valere la giustizia.
Betty, l’antagonista, è un concentrato spiazzante di arroganza e sadismo; le violenze, fisiche e psicologiche, a cui dà vita lasciano a bocca aperta, incapaci di giustificazioni o spiegazioni.
Era da tempo che non incontravo un personaggio così umanamente detestabile, al punto di non compatirne affatto la sorte finale.
Toby, un uomo già provato da due guerre e che porta con sé, oltre a tre fucili e una macchina fotografica, un bagaglio interiore di pesanti ricordi, è un personaggio indimenticabile che, suo malgrado, diviene il capro espiatorio dell’infelicità di alcuni e motore di azione e di ricerca di giustizia di altri.
Tutta la storia è impregnata da un mescolarsi di sentimenti differenti e opposti: amicizia e slealtà, rispetto e ignoranza, accoglienza e bullismo, ascolto e menzogna, sostegno e vendetta, amore e tragicità.
Annabelle, più di tutti, sentirà su di sé il peso della responsabilità delle sue scelte, tra omissioni e piccole bugie, intraprendenza e accettazione della realtà.
E noi lettori, con lei. Forse.


Consigliato!

Target: +12

Un assaggio: “[…] «L’anno scorso» dissi, «sono salita sulla collina sopra casa tua al crepuscolo, senza far rumore, sperando di vedere una cerva con il suo cerbiatto che avevo già visto lì in precedenza. Mi sono arrampicata fino in cima e sono rimasta lassù per un bel po’ a guardarmi intorno, ma non c’era traccia dei cervi. A un certo punto però ho schiacciato una mosca che mi infastidiva e ho spaventato una cerva ferma davanti agli alberi ai confini del campo. Si nascondeva in piena vista, insomma». Toby mi scrutò. «È una bella storia, Annabelle». «Sono contenta che ti sia piaciuta». Attesi che ne afferrasse il senso. Toby rimase a lungo in silenzio insieme a me. «Tu sei il cervo» dissi alla fine.[…]”

Buone Letture!

Commenti