Il Baule di Bliblila III°

Eccomi con la terza incursione nel Baule di Bliblila.
Come anticipato la scorsa volta, oggi voglio presentare un altro libro edito da Coccinella.
Fa parte di una collana particolare, dal formato oblungo, chiamata Tantemele.
Ricordo bene che arrivò tra le mie manine di bimba come regalo da parte della  mamma e a lei lo associo, ogni volta che lo guardo, perché fu una scelta mirata, la sua, influenzata dal suo personale gusto estetico di architetto, dalla passione per una grafica fatta di forme precise, campiture piatte e colori accesi accostati.

Parto subito con una curiosità: il libro non ha un vero e proprio titolo.
Il “titolo” è rappresentato dal nome e dalla descrizione della collana stessa e dal numero del volume.

Tantemele – racconti senza parole per bambini che non sanno ancora leggere, n° 3
1981, Editrice La Coccinella
Illustrazioni: Giorgio Vannetti (uno dei fondatori della Casa Editrice)



Il libro è un cartonato, dal formato lungo e stretto: 30,5 cm X 10 cm.
Come specificato nel titolo-collana, le storie narrate non hanno parole, tutto si svolge nelle coloratissime illustrazioni.
Una vivace copertina presenta una bambina impegnata a spaventare un gregge in fuga, sotto lo sguardo allibito di un sole.
Salvo pochi tratti di china (il volto e le mani della bimba, per esempio), i contorni delle figure sono morbidi e rotondi e sembrano tracciati con pantoni colorati (grossi  pennarelli) e le campiture, di tonalità lievemente più chiare rispetto alle linee, sono piatte.
I colori sono allegri e luminosi, spesso accostati in forti contrasti.




La seconda e la terza di copertina sono singolari: una è costellata da mele rosse (simbolo della collana), l’altra di torsoli (ciò che restava dopo aver divorato il libro…).
Anche all’inizio e alla fine di ogni storia vengono ripresentate le due immagini, a segnalare i confini narrativi della singola avventura.




La quarta di copertina presenta, come in Dentro al Castello, le silhouette dei personaggi e, in un bianco riquadro, una spiegazione assai precisa dell’idea di base della collana: 

UNA SERIE DI LIBRI CREATA PER BAMBINI CHE NON SANNO ANCORA LEGGERE. INDIVIDUARE I PERSONAGGI, RICONOSCERLI NELLE SUCCESSIVE SITUAZIONI, ATTRIBUIRE LORO UN RUOLO, UNA VOCE, RILEVARE I COLLEGAMENTI, LE AZIONI, LE RELAZIONI, PERMETTERÀ DI RICOSTRUIRE E CAPIRE L’INTERA STORIA COMBINANDO LE INFORMAZIONI DEL DISEGNO E DEL COLORE IN UN LAVORO DI ANALISI IN CUI L’IMMAGINAZIONE NON ASSISTE PASSIVA MA È SOLLECITATA AD UN INTERVENTO ATTIVO E COSTRUTTIVO.
ILLUSTRAZIONE STRETTAMENTE FUNZIONALE E DECORATIVA. STORIE SEMPLICI CON UN FINALE A SORPRESA STUDIATE PER LA MENTALITÀ E LE PREFERENZE DEI BAMBINI.


Ora comprendo la scelta di mia madre.
Trovo molti spunti interessanti in questo trafiletto esplicativo.
La scelta di un target di lettori specifico, bambini della scuola d’infanzia ancora non alfabetizzati; la volontà di stimolare gli stessi passando loro “informazioni” narrative esclusivamente visive, considerando quindi fondamentale l’importanza di un disegno chiaro, di colori scelti e di composizioni grafiche e strutturali studiate.
Mi incuriosisce la necessità, sottolineata, che queste illustrazioni fossero “funzionali” e “decorative”. Quindi utili, significanti, descrittive… ma anche belle, gradevoli all’occhio.
Altrettanto mi fa sorridere (compiaciuta) l’attenzione alla “mentalità” e alle “preferenze” dei piccoli lettori.
Un progetto editoriale con un intento chiaro: educare alla lettura, se pur una lettura di sole immagini, stimolando la creatività e la capacità analitica e logica dei bambini, stimolandoli  attivamente ed emotivamente.

In base a quello appena letto/scritto, voglio fare un confronto con i miei ricordi di bambina e verificare se e come gli obbiettivi proposti dal libro siano stati (almeno nel mio caso) raggiunti.
Procederò seguendo i punti indicati dagli Editori.

Lettrice: me, dai 3 ai 5 anni, analfabeta.


Individuazione dei personaggi: i protagonisti sono due, un bambino e una bambina.
A loro si aggiungono simpatici o antipatici animali (scoiattoli, uccelli, pecore).
Importante anche la presenza di piante animate, del sole e della luna. Umani e natura.
Riconoscevo tutte le varie individualità e restavo molto colpita dai ciuffi d’erba alta, a volta sorridente, a volte minacciosa, in cui si perdevano i protagonisti.


Riconoscimento dei personaggi: riconoscevo i due protagonisti dal fatto che erano sempre assieme e dal colore dei capelli, sempre uguale tranne che per la bambina in copertina, particolare che mi ha sempre incuriosito. Forse succedeva qualcosa di particolare alla bambina una volta dentro al libro o, forse, si era solo fatta bella per la pagina più importante, la prima. O, ancora, era il risultato delle sue marachelle: dopo essere sfuggita al caprone arrabbiato e aver passato la notte su un albero tutto viola, i suoi capelli ne assumevano il colore, per la paura o per punizione-trasformazione.


Attribuzione ruoli: i bambini erano ovviamente i personaggi più importanti.
Lo scoiattolo era un amico che, dopo essere stato aiutato nella raccolta del cibo, li ricompensava aiutandoli nel momento del bisogno.
Farfalle e uccellini erano personaggi di contorno, senza ruoli particolari.
I ciuffi d’erba animati osservavano la scena partecipandovi a livello emotivo; inoltrandosi in quello che mi sembrava un bosco, le piante diventavano gradualmente serie e cattive per la mancanza di luce e i bambini tremavano di paura.


Il sole e la luna osservavano a volte divertiti a volte preoccupati, ma senza intervenire.
Le pecore facevano le pecore, belavano e scappavano; il caprone invece era severo e puniva, giustamente, la bambina fastidiosa.


Attribuzione voci: questo è interessante.
Il bambino mi sembrava un tipo tranquillo, intraprendente, protettivo nei confronti della sorella e, spesso, risolutore dei problemi. Ma evidentemente meno importante.
La bambina, infatti compare in tutte e tre le storie narrate (nella terza è addirittura l’indiscussa protagonista) e sulla copertina.
Come il fratello, intraprendente e curiosa ma decisamente più dispettosa, a tratti antipatica e paurosa.


Collegamenti: comprendevo che le tre avventure erano tutte vissute dalla stessa coppia di bambini. Riconoscevo un possibile e unico paesaggio, nelle sue variazioni (foresta, villaggio, lago etc.), grazie all’uso dei colori e al ripetersi di forme come quelle degli alberi o delle colline.

Azioni: erano molto chiare.
Mi divertivano i movimenti appena accennati dei personaggi, evidenziati dalle classiche “lineette” da fumetto.  Le manine che indicavano, le bocche che sorridevano oppure si spalancavano o, ancora, tremavano. Perfino i codini della bambina erano espressivi.



E riconoscevo le emozioni. Grazie alle azioni appena descritte e grazie all’uso dei colori.
L’entrata nel bosco, in cui gradualmente tutto si fa più cupo e freddo, trasformava l’iniziale allegria (giallo, verde), in timore (azzurro viola) e paura (viola scuro) e, di nuovo, in sollievo (fuxia, rosso e arancio).


Molto probabilmente la mamma contribuiva “leggendomi” il libro; sono presenti, infatti, piccole parole onomatopeiche, che suggerivano azioni e gesti. Dal “cinguett cinguett” degli uccelli, allo “sbuff sbuff” dello scoiattolo affaticato, al “trem trem” per la paura, l’”esult esult” per il sollievo ai (bellissimi!) “tir tir” e “lanc lanc” della seconda storia.
Nota: nella mia carriera di disegnatrice, già al liceo mi divertivo a fare buffi fumetti in cui, spesso, i personaggi emettevano suoni e parole simili, provocando il riso delle compagne di classe.
Ora tutto assume un senso.

Relazioni: nella mia ottica, i due bambini erano fratello e sorella, per motivi semplici: il viso, l’atteggiamento e i vestiti.
La faccia dei bambini era la stessa.
Identiche le azioni e le emozioni provate.
Ed erano sempre vestiti uguali, solo con i colori invertiti (ad esempio lei con i pantaloni rossi e la maglia arancio, lui con i pantaloni arancio e la maglia rossa).
Questo bastava a farmeli apparire come una coppia di gemelli (all’asilo avevo due amichetti, gemelli, Layla e Yuri; ne sapevo quindi qualcosa).

Comprensione storie: le ho sempre percepite come separate e, allo stesso tempo, continue, come se si svolgessero in tre momenti della giornata: mattino, pomeriggio e sera.
I bambini che andavano a spasso e si perdevano giocando e aiutando uno scoiattolo e venivano, in seguito, da lui salvati.


Poi giocavano in riva al lago ed escogitavano il modo di attraversarlo senza bagnarsi.


Infine la bambina si divertiva a fare scherzi a un ignaro gregge, per poi essere punita, inseguita dal caprone. E io parteggiavo per le pecore… Chi la fa, l’aspetti!




In ultima analisi, mi sembra che la funzionalità del libro fosse perfetta e, ancora oggi, rileggendo le storie rievoco e rivivo determinate sensazioni.
E comprendo perché questo libro abbia lasciato un così forte ricordo in me (bambina e adulta).


Un accenno alla Casa Editrice La Coccinella, di cui potete sfogliare il catalogo e scoprire le novità sul sito appena rinnovato.
Fondata nel 1977, a Milano, è famosa anche a livello internazionale per  progetti editoriali innovativi, libri gioco e albi cartonati dedicati per lo più ai bambini in età pre-scolare. Fa parte, dal 2009, del Gruppo Editoriale Mauri Spagnol.


Copyright Foto di Bliblila - Copyright Illustrazione di Editrice La Coccinella

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